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My Corona DAY 36

14 April

Trentasei giorni e per me anche di più di reclusione. Questa mattina però sono andata a prelevare in una banca qui vicino e voluto provare la sensazione di prepararmi come si deve, ero anche vestita più carina del normale. E’ stata una bella sensazione devo essere onesta. Anche se la frenesia e la fretta non mi mancano per niente. Tornare alla normalità sarà un’altra bella botta che dovremo subire. Da un giorno all’altro (speriamo presto) riceveremo un altro trauma. Il mondo cambierà nuovamente colore e forma. Dovremo essere bravi a non farlo tornare proprio come prima ma a vivere una vita nuova fatta di più consapevolezza di noi stessi, dei nostri pregi e dei nostri difetti, ma soprattutto a goderci di più le piccole cose e il presente. Non pensate anche voi che vivere senza poter programmare tanto in la ci dia più serenità? Noi sappiamo che estate passeremo? Naturalmente no! Potremo andare in vacanza? potremo andare al mare? Boh! Dovremo vivere alla giornata, anzi stiamo vivendo alla giornata. Questo è un utile insegnamento che tutto ciò è fattibile e che ci fa assaporare meglio il presente. Io sono un tipo che programma qualsiasi cosa. Se fosse per me comprerei i biglietti del treno per tornare a casa per un anno intero. Risparmierei sicuramente a livello economico ma grazie a questa esperienza ho capito che bisogna anche vivere il presente e che non è sempre possibile organizzarsi così nel lungo termine. Lo stesso vale con le relazioni e le amicizie. Quanti di voi in questi giorni si sono resi conto che ci sono amici che consideravate tali che in questa emergenza si sono dimostrati freddi o insensibili? Io ne ho una marea. Ma preferisco dedicare le mie energie a chi invece mi ha stupito in positivo. Persone che non sento frequentemente che, sapendo che sono sola a 300 km distanti dai miei cari, mi hanno dedicato qualche minuto per un messaggio anche semplice “Tutto bene da quelle parti?”. E’ bellissimo! L’affetto degli altri, anche se solo virtuale, in questo momento, è quello che ci salva. Io penso poveri a tutti quegli anziani che sono soli e che non hanno dimestichezza con la tecnologia e che veramente si sentono tanto soli. Noi qui nel nostro palazzo ne abbiamo e mi fanno tanta tenerezza. Con alcuni di loro, soprattutto i miei vicini che hanno più confidenza, si avvicinano per far fare loro due chiacchiere. Ma è veramente triste. Le persone di una certa età sono quelli che più stanno subendo questa situazione in tutti i sensi. E noi “giovani” dobbiamo continuare a seguire le regole che ci vengono imposte sopratutto per i nostri cari anziani.

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